Sacra rappresentazione del Venerdì Santo
Venerdì 29 marzo alle ore 20.30 a Erto si terrà l’antica e suggestiva rappresentazione in abiti romani della passione e morte del Cristo, che ogni Venerdì Santo si svolge nel paese di Erto in un caratteristico anfiteatro naturale.
Questa manifestazione, da ricerche storiche e memoria popolare, viene fatta risalire al diciassettesimo secolo per sciogliere un voto della popolazione al fine di allontanare il dilagare della peste.
Un’ottantina di comparse in costume danno vita ad uno spettacolo suggestivo e drammatico, accompagnato da un possente e tenebroso rullo di tamburi.
Nata insieme alla chiesetta di San Rocco, come voto religioso contro la peste venne interrotta solo negli anni successivi alla catastrofe del Vajont per essere poi ripresa nel 1968. Questa volta vennero portate delle modifiche di carattere tecnico per adeguare la manifestazione ai tempi nuovi. Le corazze furono fatte eseguire interamente in metallo e così le lance, rispettando strettamente l’autenticità storica; parti di stoffa vennero sostituite con pelle o cuoio; rinnovati i colori degli abiti per la varietà e la scenografia e altri dettagli di minor importanza, ma che completano l’effetto dell’insieme. Attualmente annunciata già dai giorni precedenti dal rullo dei tamburi, “Tamburins”, la Passione viene preceduta nel pomeriggio dalla processione sacra, dove il più anziano del paese reggendo un’asta sormontata da un gallo di legno precede una persona, scalza e vestita di bianco, incappucciata tanto da nascondergli il volto, che sorregge il crocefisso del Brustolon, e, a sua volta, è sorretta da altre due persone che camminano scalze. La rappresentazione serale inizia alla sera, verso le ore 20,30 partendo dal vecchio centro abitato, snodandosi poi verso il luogo predisposto alle scene principali, alla periferia di Erto ed è composta da oltre cinquanta attori denominati “Cagnudei” cioè Giudei., è preceduta dal rullo dei tamburi; seguono poi le scene citate nel dialogo, Gesù viene processato e sale il Calvario.Tra due ali di folla che si stringe lungo i muri delle case passano i legionari con le torce, scortando Caifa con i Sacerdoti, gli anziani e Pilato, mentre la plebe continua ad insultare Gesù.
In uno spiazzo sopra un colle, in prossimità dell’abitato, avviene la crocifissione: Cristo è messo in croce e questa viene innalzata, mentre Longino colpisce con una spada il costato che sprizza sangue: è la scena finale della Sacra Rappresentazione e tutti gli astanti si soffermano un attimo commossi e riverenti di fronte alla rievocazione piena di toni drammatici per la sua veridicità. La rappresentazione che viene effettuata con qualsiasi tempo, richiama sempre più persone dai paesi contermini e ultimamente anche da altre regioni sono arrivate corriere da Firenze, dalla Puglia, degli oriundi dall’Argentine dal Brasile e dalla Germania.